Standing desk: lavorare in piedi fa bene o male?
Dire che trascorrere intere giornate seduti davanti al computer fa male alla salute è un’ovvietà. Ce
ne accorgiamo empiricamente: con i classici dolori a spalle e schiena che rovinano la nostra qualità
di vita e fanno la fortuna di fisioterapisti e osteopati, ma è confermato anche da numerosi studi
medici, che spiegano come la sedentarietà favorisca l’insorgenza di patologie cardiovascolari, del
diabete e dell’obesità. Per combattere questa situazione che colpisce miliardi di persone in tutto il
mondo dalla Silicon Valley hanno proposto una soluzione: la standing desk. Ma funziona?
Pro e contro della standing desk
Come dice il nome inglese, la standing desk è una scrivania rialzata, sulla quale si lavora in piedi.
La tradizionale posizione seduta con le spalle incassate davanti al computer è dunque sostituita da
una eretta. Uno studio della prestigiosa Harvard Medical School sostiene che questo aiuti a
prevenire le patologie citate sopra, oltre ad aiutare molto la situazione di spalle e schiena. Non
sarebbe tutto: uno studio dell’altrettanto prestigioso British Medical Journal proverebbe che a questi
benefici se ne aggiungerebbero altri di tipo psicologico, come una diminuzione di ansia e stress e un
miglioramento delle performance lavorative.
Non è però tutto oro quel che luccica: la standing desk ha anche lati negativi. Infatti, trascorrere 8
ore al giorno in piedi può portare a un sovraccarico di gambe e schiena e un senso di fatica
esagerato, specialmente per le persone meno giovani. Interessante poi uno studio pubblicato da
Ergonomics: l’utilizzo della standing desk per un lungo tempo nel corso della giornata porterebbe
da una parte al peggioramento dei tempi di reazione e della salute mentale, dall’altra a un
miglioramento delle capacità di problem solving. Difficile trarne un quadro chiaro.
Le possibili alternative
Per cercare di trovare una via di mezzo che migliori il problema della sedentarietà senza le
controindicazioni della standing desk sono state ideate delle possibili soluzioni alternative. Esistono
per esempio le “treadmill desk” e le "bicycle desk”, scrivanie che rispettivamente incorporano un
tapis roulant o una cyclette, con l’obiettivo di tenersi in esercizio anche mentre si lavora. Altre
soluzioni lavorano invece sul tipo di seduta: è il caso della “exercise ball chair”, ovvero una fitball
utilizzata come sedia che costringe ad attivare i muscoli per mantenere l’equilibrio.
Oltre a questi acquisti, una possibilità può essere quella di acquistare una standing desk e di
trascorrervi solo una parte della giornata, per minimizzare le sue controindicazioni. Più in generale
poi, è buona norma alzarsi spesso dalla scrivania per sgranchirsi le gambe, per esempio quando si fa
una telefonata o comunque quando non è strettamente necessario rimanere seduti davanti al
computer.
In conclusione
Anche per la standing desk, come in realtà per moltissimi aspetti della nostra vita, vale la massima
latina “in medio stat virtus”. Può essere un valido aiuto, ma non si può pensare di smettere
completamente di lavorare da seduti. La stella polare deve essere quella della consapevolezza:
l’eccessiva sedentarietà è nociva, per questo bisogna cercare di evitarla il più possibile.









