Lavorare in Svizzera è un’opzione molto interessante per tanti italiani, specialmente per coloro che sono residenti nelle zone di confine. Oltre che dagli ottimi stipendi, che mediamente sono circa il doppio di quelli italiani, i cittadini del Belpaese sono attratti dal florido mercato del lavoro elvetico e da una cultura professionale che tende a essere meno totalizzante di quella d’oltralpe.
Partiamo da qualche numero. Nel 2022 89.378 italiani erano registrati come frontalieri in Svizzera, dunque vivevano in Italia e lavoravano nella Confederazione. Quasi 78mila di loro lo facevano nel Canton Ticino, dove si parla in italiano e normalmente non è necessario conoscere lingue straniere per lavorare. In Ticino addirittura un abitante su 6 è di cittadinanza italiana e la forza lavoro di nazionalità svizzera ammonta al 48%, dunque in minoranza.
Il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri
Fino a poco tempo fa, i lavoratori italiani che risiedevano nella fascia di confine e facevano regolarmente ritorno a casa dopo lavoro avevano la possibilità di pagare le tasse quasi esclusivamente nel Paese elvetico, il che rendeva la loro situazione particolarmente conveniente. Il 17 luglio del 2023 è però entrato un nuovo accordo tra Italia e Svizzera per quanto riguarda la tassazione dei frontalieri: coloro che hanno iniziato a lavorare come frontalieri nella Confederazione dopo quella data saranno tassati, a partire dal 1° gennaio 2024, in via ordinaria anche in Italia.
L’accordo non tocca però i “vecchi frontalieri”, ovvero coloro sono entrati nel mercato del lavoro elvetico prima del 17 luglio 2023. Essi verranno tassati esclusivamente in Svizzera fino alla pensione, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro o di periodi di disoccupazione.
Il lavoro per italiani in Svizzera
Il nuovo accordo rende oggettivamente meno conveniente essere frontaliere tra Italia e Svizzera. Ciononostante, il lavoro nella Confederazione rimane un’opzione economicamente interessante per gli italiani, che il più delle volte nonostante la doppia tassazione andrebbero comunque a guadagnare di più di quanto farebbero se restassero a lavorare nel loro Paese. Inoltre, le difficoltà tipiche del lavoro all’estero sono relativamente attenuate per quanto riguarda la Svizzera. La Confederazione è vicina all’Italia ed è dotata di una cultura piuttosto simile, dunque gli shock culturali sono ridotti. Certo, come da stereotipo alcuni svizzeri sono magari più puntuali e meno immediatamente aperti degli italiani, ma assolutamente nulla di insormontabile.
L’ottima situazione del mercato del lavoro elvetico poi fa sì che lavorare in Svizzera sia anche un investimento per il futuro, con migliori prospettive di carriera rispetto all’Italia. È relativamente frequente che i giovani italiani trascorrano alcuni anni nella Confederazione e, dopo aver messo da parte una cifra a volte anche importante, facciano ritorno nel Belpaese, attratti anche dagli incentivi fiscali previsti per il rientro dei “cervelli in fuga”.
6. Evita tendenze troppo marcate:
Cerca di evitare capi d'abbigliamento troppo eccentrici o alla moda, a meno che non siano appropriati per il tuo ambiente di lavoro. Gli stili e le tendenze di oggi potrebbero passare di moda rapidamente (oltre a poter non essere apprezzati dal tuo datore di lavoro), e potresti ritrovarti a dover sostituire l'abbigliamento frequentemente.
In conclusione
Lavorare in Svizzera è una scelta compiuta da decine di migliaia di italiani. Nonostante il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri lo renda relativamente meno conveniente, rimane un’opzione economicamente e professionalmente molto interessante. Per tale ragione è difficile immaginare che il numero di italiani che cercheranno lavoro nella Confederazione calerà molto nei prossimi anni.
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