frontalieri e covid
Con la diffusione della variante Omicron del Covid-19, sono tornate alcune restrizioni per spostarsi
tra Stati diversi. Fino ad ora però, queste non colpiscono i frontalieri, ovvero coloro che lavorano in
Svizzera ma vivono in un altro Paese.
Come entrare in Svizzera: le nuove norme anti-Covid
Dal 4 dicembre 2021 chi entra in Svizzera a partire dai 16 anni di età deve presentare un test
negativo. Sono accettati i test molecolari PCR eseguiti non oltre 72 prima o quelli antigenici rapidi
eseguiti non più di 24 ore prima. Le persone che non sono vaccinate o guarite devono sottoporsi a
un secondo test (PCR o antigenico rapido) tra il quarto e il settimo giorno dopo l'entrata in Svizzera.
Tuttavia, queste regole non si applicano per i frontalieri e per chi vive entro 60 km dal confine,
fascia che include per esempio la città di Milano.
A frontalieri e abitanti nell’area di confine non è nemmeno fatto obbligo di compilare il documento
digitale Swiss PLF, che è normalmente richiesto a chi entra in Svizzera. Allo stesso modo, da parte
dell’Italia non sono richiesti tampone e PLF per frontalieri e abitanti nelle zone di confine di
entrambi gli Stati, a prescindere dalla loro nazionalità.
Le norme anti-Covid all’interno della Svizzera
Se per l’ingresso nella Confederazione le norme per i frontalieri non sono cambiate, questi ultimi
dovranno invece sottostare alla nuova normativa interna del Paese elvetico. A partire dal 20
dicembre 2021 e almeno fino al 24 gennaio 2022, vige per i locali al chiuso come ristoranti e
palestre la cosiddetta regola del “2G”, ossia accesso riservato solo alle persone vaccinate e guarite.
Allo stesso tempo è obbligatorio indossare la mascherina in tutti i locali al chiuso e le consumazioni
sono possibili solo restando seduti. Queste regole si applicano anche nelle aree di ristoro delle
manifestazioni. Per gli eventi all'aperto con più di 300 persone continua invece ad essere applicata
la regola "3G", ovvero accesso riservato a vaccinati, guariti e a chi ha un tampone negativo.
Per discoteche, bar e alcune attività sportive e culturali del tempo libero ci vuole invece un
certificato "2G+". Vale a dire che le persone vaccinate o guarite devono anche presentare un test
negativo (a meno che la vaccinazione sia avvenuta meno di 4 mesi prima dell’evento), mentre è
interdetto l’accesso a chi non è vaccinato. In ambito lavorativo, il governo di Berna ha anche
incentivato il ricorso al telelavoro: qualora ciò non sia possibile, è obbligatorio l’utilizzo della
mascherina.
In conclusione
Il tragitto casa-lavoro al momento non è incluso nelle ore retribuite. Diverso è il discorso per gli
spostamenti dalla sede ad altri luoghi di lavoro, come per esempio i cantieri. In tal caso sono
previste delle indennità chilometriche. Un discorso simile vale anche per le trasferte di altra natura.
Dal 2020, i dipendenti pubblici della Svizzera (non per forza cittadini elvetici, ma coloro che
lavorano nelle amministrazioni pubbliche) possono fare richiesta ai loro superiori di vedersi
retribuito il tragitto casa lavoro. Questo è possibile però solo se si usano i mezzi pubblici e se il
tempo del viaggio è utilizzato effettivamente per lavorare, per esempio rispondendo alle mail o al telefono.
Corso San Gottardo 73
CH - 6830 Chiasso
Tel
+41 91 695 16 00
Fax +41 91 695 16 09
© 2025 APA Solutions SA. Tutti i diritti riservati | Sito web by ZIP.ch SA | Informativa sulla protezione dei dati