La stesura del primo curriculum è un momento importante per ciascuno di noi, che segna in qualche
modo fisicamente l’ingresso nel mondo del lavoro. Proprio perché si è all’inizio però, molti ragazzi
provano una sorta di horror vacui, un’ansia su come riempire il CV dal momento che non hanno
ancora svolto esperienze lavorative. La verità è che un curriculum non è la somma di quello che
abbiamo fatto, ma un documento dal quale si dovrebbe desumere che tipo di persona siamo.
Puntare sulle competenze
Partiamo da una prima regola base: il CV va adattato a seconda di a chi è rivolto. Questa “regola”
discende in realtà da un’altra: il curriculum deve essere sintetico, possibilmente non superare la
singola pagina. Pertanto bisogna scegliere, cercando di capire quali informazioni possano
interessare ai diversi datori di lavoro: la capacità di manualità può essere molto interessante per chi
è alla ricerca di un artigiano, meno per un lavoro in banca.
Ciò premesso, oltre alle imprescindibili informazioni personali di base e di percorso scolastico, se
non si ha esperienza bisogna puntare sulle competenze. È bene che queste non siano formule
stereotipate, ma tratti caratterizzanti della propria personalità, come ad esempio flessibilità,
puntualità e capacità di lavorare sotto pressione. Oltre a questo, è sicuramente utile prevedere un
capitolo sulle lingue straniere (sempre più imprescindibili nel mondo contemporaneo), spiegando
dove le si ha imparate e menzionando eventuali certificazioni. Per gli studenti che hanno trascorso
un periodo di studio all’estero è sicuramente utile menzionarlo in CV.
Molto ricercate dalle aziende sono poi le competenze informatiche e digitali. È importante elencare
i software che si sanno utilizzare e anche le proprie eventuali capacità di problem solving
informatico: in un mondo del lavoro dall’età media sempre più alta, sicuramente sono molto
attrattive.
Far uscire la propria personalità
Se si ritengono utili e interessanti per l’azienda alla quale ci stiamo rivolgendo, è possibile mettere
in CV anche piccoli lavoretti, appartenenza ad associazioni o esperienze di volontariato (in generale
sempre apprezzate). Ma oltre a questo, possono essere inseriti anche passioni, hobby o sport
praticati. Dal CV deve uscire un ritratto il più possibile fedele della nostra personalità.
In conclusione
Avere l’ansia perché non si sa come riempire un curriculum senza esperienze lavorative è
comprensibile, ma non per questo si devono inserire informazioni poco interessanti solo per “fare
numero”. Se ci si pensa bene, anche se si è giovani e all’inizio della propria vita lavorativa, ci sono
molte nostre competenze e caratteristiche che possono essere interessanti per un datore di lavoro.
Quello che è molto importante è evitare di mentire nel CV. Millantate competenze linguistiche e
digitali vengono molto facilmente smascherate, mettendoci in una condizione di imbarazzo e di
difficoltà nel mantenere il lavoro e di trovarne un altro. Non ne vale la pena.
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