Essere licenziati non è semplice. Non aver ricambiato la fiducia concessa dal datore di lavoro e scoprire di non essere stati apprezzati come avreste voluto è frustrante e può creare problemi di autostima. Il licenziamento è anche un argomento ostico al momento di un nuovo colloquio di lavoro. Vediamo alcuni consigli per affrontare questo tema al meglio.
Onestà e professionalità
Per parlare del proprio licenziamento durante un colloquio di lavoro esiste una parola chiave: onestà. Questo per almeno due fondamentali motivi. Il primo è che l’onestà e il coraggio sono qualità apprezzate dai datori di lavoro. Fa senza dubbio un’impressione migliore una persona che spiega con correttezza come sono andate le cose rispetto a una che cerca di accampare scuse o peggio ancora che dice delle bugie. Le bugie hanno le gambe corte: è probabile infatti che il nuovo potenziale datore di lavoro chiami quello vecchio per delle referenze e, se dovesse scoprire che gli abbiamo raccontato delle bugie, il fallimento del colloquio è assicurato.
Al contrario, il nuovo datore di lavoro avrà un’impressione positiva se la versione che gli avete raccontato è confermata dal precedente. Attenzione però: non è necessario raccontare tutte le problematiche pedissequamente. Può essere sufficiente una frase come “io e il mio vecchio datore di lavoro avevamo due maniere di lavorare molto differenti”, accompagnata da un sorriso. Sì perché anche il linguaggio del corpo conta: non bisogna mostrare rabbia o risentimento verso la precedente azienda. Anzi: se possibile è auspicabile parlarne bene e mostrare di averne un ricordo positivo e di provare gratitudine nei loro confronti. É una questione di professionalità, molto apprezzata durante i colloqui.
Un’occasione per raccontarsi
Sebbene non sia auspicabile raccontare per filo e per segno le cause del proprio licenziamento, è possibile che durante il colloquio venga richiesto di approfondire. Questo non deve creare ansia, ma deve essere vissuto come un’occasione per raccontare meglio i propri punti di forza e di debolezza, sempre all’insegna di onestà e professionalità. Si può spiegare come le difficoltà nel precedente lavoro abbiano portato allo sviluppo di nuove competenze e al miglioramento dei propri punti di debolezza.
Anche in questo caso ammettere i propri errori non è affatto da vedere in maniera negativa: al contrario è sintomo di maturità e serietà. Quello che deve emergere è la fiducia nelle proprie capacità, la serietà e una positiva ambizione.
In conclusione
Il licenziamento è un momento difficile della propria carriera. Purtroppo può capitare a tutti, per le cause più varie, inclusi i vostri errori. Il licenziamento però può anche essere un momento per tirare le fila del vostro percorso professionale. Riflettere sui propri punti di forza e su quelli di debolezza, cercando di capire come sfruttare al meglio i primi e come migliorare i secondi. Oltre ad essere utili per voi stessi, mostrare tale attitudine nei colloqui di lavoro migliorerà le possibilità che questi abbiano successo. Ricordandosi sempre delle due parole chiave: onestà e professionalità.
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