Attestato di lavoro
Tra i documenti più richiesti ai colloqui c’è “l’attestato di lavoro”, noto anche come certificato di
lavoro. Ma di cosa si tratta? Per essere precisi, partiamo dal riferimento giuridico: il Codice delle
Obbligazioni. Nel suo articolo 330a, esso prescrive che “il lavoratore possa ognora chiedere al
datore di lavoro un attestato che indichi la natura e la durata del rapporto di lavoro e si pronunci
sulle prestazioni e sulla condotta del lavoratore”. Quest’ultimo ha dunque il diritto di avere in mano
delle “referenze” dal proprio attuale o precedente datore di lavoro, che gli possono essere utili nella
ricerca di un successivo impiego.
Cosa contiene l’attestato di lavoro
L’attestato di lavoro è un documento standard, che deve necessariamente contenere alcuni dati.
Innanzitutto non possono mancare i dati personali del lavoratore: nome, cognome, data e luogo di
nascita. Passando alla mansione, il documento deve contenere la data di inizio e, se non si tratta di
un attestato di lavoro parziale, la data di fine del rapporto di lavoro e il motivo della separazione.
Oltre a ciò, va necessariamente specificato il tipo di impiego svolto, includendo gli specifici progetti
di cui il lavoratore si è occupato. Infine, oltre alla data e alla firma del responsabile del personale,
del dirigente o del superiore che redige l'attestato, vi è una valutazione qualitativa delle prestazioni,
dell’attitudine e del comportamento del lavoratore, che può richiedere delle modifiche se nel
documento dovessero figurare delle inesattezze.
L’attestato di lavoro parziale
L’attestato fin qui considerato è anche noto come certificato di lavoro completo. Esiste un secondo
tipo di attestato che viene chiamato “attestato parziale”, che può essere richiesto dal dipendente in
qualsiasi momento in cui il contratto di lavoro è in essere. Questo certificato si limita a dare
informazioni sulla natura e sulla durata del rapporto di lavoro. Può essere utile richiedere l’attestato
di lavoro parziale per esempio quando vengono assegnate delle nuove funzioni all’interno della
stessa azienda, all’arrivo di un nuovo superiore o al termine del periodo di prova.
In conclusione
Il calcolo del salario orario può essere utile non solo per chi è pagato ad ore, ma anche da chi deve
per esempio fare degli straordinari. In questo caso, al calcolo sopraindicato va aggiunto un
supplemento del 25% per le ore straordinarie. In ogni caso, è sempre consigliabile farsi aiutare da
professionisti del settore qualora ci fossero dubbi nel calcolo dello stipendio netto o del salario
orario.
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