Il mercato del lavoro svizzero dopo la sfida del Covid



I dati economici mostrano come la Svizzera abbia recuperato più in fretta di altri Paesi dalle

difficoltà dovute alla pandemia da Covid-19. La Confederazione ha recuperato e superato i livelli di

PIL del 2019, ha un tasso di inflazione intorno all’1% (mentre la zona euro sfiora il 6%) e ha un

tasso di disoccupazione del 2,7%, tra i più bassi del mondo. Per fare un paragone, in Italia è al 9%.

Nel Canton Ticino il dato è sui livelli della media nazionale, mentre tende ad essere più alto nei

cantoni francofoni. Secondo le ultime statistiche, in Ticino oggi il 51,5% degli occupati sono

stranieri: di questi il 58% sono frontalieri.

In particolare, c’è una grande richiesta di lavoro nei settori informatico, chimico-farmaceutico e

sanitario. Lo stipendio medio nella Confederazione è di 6500 franchi mensili, giustificato però da

un costo della vita particolarmente alto. Il recente apprezzamento del franco sull’euro (che oggi si

scambiano quasi alla pari) rende questo salario ancora più attraente anche per i frontalieri.

 Il ruolo dell’Ufficio Per la Sorveglianza del Mercato del Lavoro



Il mercato del lavoro svizzero è regolato dall’ dell’Ufficio Per la Sorveglianza del Mercato del

Lavoro. Questo ente si occupa di tutte le tematiche legate al mondo del lavoro e al mercato del

lavoro in Svizzera, con particolare riferimento alla presenza nel Paese di manodopera estera, al

lavoro nero e al rischio di dumping salariale.